Kenya, mare e safari Capodanno 2025

Consigli per il viaggio

Parco Nazionale Tsavo Est

Tsavo Est è uno dei parchi più grandi del Kenya con 13.747 km quadrati. E’ facilmente raggiungibile dalla costa (2,5 ore). Prende il nome dal fiume Tsavo che scorre da ovest ad est lungo tutto il parco. E’ generalmente piatto con pianure di erba secca e boschetti di doum palm attraversati dal fiume Galana. La principale caratteristica è la terra rossa, ricca di ferro, che rende tutti i paesaggi «infuocati». Un punto molto popolare e interessante è quello delle Lugard’s Falls dove il fiume Galana forma una serie di piccole rapide. Potrete anche salire su Mudanda Rock, un’isolata collina di roccia stratificata che funge da serbatoio d’acqua che alimenta una pozza naturale. La vista da lassù è eccezionale e permette di ammirare con tranquillità i centinaia di elefanti e di altri animali che vanno ad abbeverarsi durante la stagione secca. Gli Yatta Plateau invece sono la distesa di lava più lunga del mondo (290 km di lunghezza) che corre lungo tutto il bordo occidentale del parco, sopra il fiume Athi ed è stato creato dall’attività del vulcano Ol Doinyo Sabuk ancora attivo. Il gruppo etnico più diffuso nella zona dello Tsavo è quello dei Wakamba. Nel parco possiamo trovare arbusti, baobab, foreste pluviali, palme e vegetazioni locali. La fauna è molto abbondante e varia. La vastissima avifauna include struzzi, uccelli tessitori, martin pescatori, segretari e aironi. Le specie più comuni del Kenya che si possono vedere durante la visita a Tsavo East National Park sono il Bufalo nero, ghepardi, duikers, elefanti africani, gazzelle, gerenuk, giraffe, lepri, alcelafi, iene, impala, leopardi, leoni, manguste, scimmie varie, cercopitechi, rinoceronti neri, scoiattoli, facoceri, antilopi d’acqua e zebre.

 

Amboseli

Il Parco Nazionale di Amboseli è stato fondato nel 1948 come riserva naturalistica e aveva una estensione di oltre 3.000 kmq., comprendendo anche le terre del Masai Mara. Era sorto con lo scopo di offrire un riparo agli animali e porre un freno alla caccia grossa che rischiava di portare all’estinzione molte specie animali. La riserva comprendeva anche gli indigeni, i Masai, che vi risiedevano e svolgevano le loro attività economiche tradizionali. Poi negli anni ’70 arrivò un lungo periodo di siccità e i Masai impararono a portare le loro mandrie fino alle falde del monte Kilimangiaro, dove l’acqua non mancava mai perché fornita dai ghiacciai e dei nevai delle cime elevate. Poi le tribù tornavano nelle loro riserve. Ma questo movimento continuo di persone e di bestiame portava un grande sconvolgimento tra gli animali selvatici, che fuggivano e finivano per morire in terre aride. Quindi la riserva veniva meno al suo scopo. Allora il governo decise di predisporre un’area riservata ai Masai, nelle vicinanze della riserva, in zona fertile ma che non disturbasse le abitudini degli animali selvatici, scavando pozzi profondi per mettere a loro disposizione l’acqua costantemente. E poi invitò le tribù a trasferirsi nelle nuove terre. Gli animali selvatici, non più infastiditi, ritornarono a occupare i loro territori. E‘ incredibile la quantità di animali presenti nel parco! Ci sono rinoceronti, ghepardi, gazzelle, impala, elefanti, zebre, leoni, ippopotami, struzzi, … e tantissimi uccelli – oltre 400 specie diverse - sopra gli stagni! E’ il posto ideale per un safari fotografico sugli animali, nello sfondo del Kilimangiaro! Anche i panorami sono stupendi: l’imponenza del monte, le distese di lava con le acacie superbe, il fondale asciutto di un antico lago, l’acquitrino con i nidi degli uccelli, …allo spuntare del sole è possibile vedere bene illuminate le due cime vulcaniche del Kilimangiaro, che assumono una incredibile tonalità rosa. Durante la giornata invece, le cime sono molto spesso ricoperte di nuvole.

Ogni destinazione o viaggio può essere personalizzato (date, durata, itinerario e numero partecipanti).

Contattaci per avere il tuo viaggio su misura!

Contattaci