


Senegal, l'Africa dai mille colori
Gran tour del Senegal
Senegal: un'Africa indimenticabile
Dakar è la capitale. E la scoperta del Senegal parte da qui. E’ la metropoli moderna, ma ha il cuore antico e polveroso di una medina, il corpo di una trafficata banlieue. Grandi magazzini o quattro assi di legno, ogni occasione è buona per vendere, comprare, chiacchierare, guardarsi, stare insieme. Una sagra di voci e di musiche, ovunque un turbine frusciante di vesti colorate e lucenti. Le donne senegalesi sono fra le più belle d’Africa e svettano sulle loro ciabattine di gomma come indossatrici in passerella. Anche la povertà qui ha la sua grazia. Ma se Dakar è capitale di un Paese che guarda al futuro, a mezz’ora di traghetto un monumento ci ricorda il suo tragico passato: Gorée, l’isola degli schiavi, un paradiso che è stato un inferno. L’eleganza delle antiche case portoghesi, le piazzette ombrose che si aprono qua e là a sorpresa, i pellicani che ballonzolano pigri fra le bancarelle di souvenir, pare difficile credere che quest’isola serena sia stata palcoscenico di una tragedia. Per trecento anni è stato il molo verso le Americhe per decine di migliaia di schiavi, provenienti da mezza Africa: partivano da una casa affacciata sul mare che oggi è un museo dal fascino indescrivibile. Le sue stanze hanno muri spessi che tengono il caldo lontano, ma forse non è solo per questo che i brividi accompagnano la visita. Il Senegal è anche vacanze di mare: per primi i francesi hanno scoperto che qui è bello fare i bagni e spaparanzarsi al sole mentre Parigi va sotto zero, oggi lo sanno in tanti, europei e americani. E, fra i tanti, numerosi anche gli italiani che sempre più affollano le spiagge intorno a Saly, capitale dell’Atlantico vacanziero.
Poco distante, il Parco naturale della Langue de Barbarie, per una giornata che si voglia rubare al mare, fra le isole di mangrovie che il fiume Senegal disegna correndo verso l’Atlantico, gareggiando in barca con la corrente, a scoprire tartarughe giganti e granchi rosa che zampettano sulla rena. Il Senegal è anche effetti speciali: un lago dove pare che per scherzo siano state rovesciate cisterne di vernice: il Lago Rosa, più a nord. Quando i raggi del sole picchiano nel modo giusto, l’acqua sembra quasi rossa, e tutt’intorno fa da cornice il bianco abbacinante delle rive: distese e cumuli di sale che mani e badili dragano nell’acqua bassa.
Poi c’è Touba, la città santa, con la moschea più grande e bella di tutto il Centro Africa, il volto rigoroso dell’Islam in questo Paese dove la tolleranza è regola diffusa. Qui valgono le leggi del califfato: anche fumare per strada è vietato. E c’è Fadiouth, l’isola di conchiglie, con il suo cimitero su una collina dove le tombe musulmane e quelle cristiane sono una accanto all’altra, croci e mezze lune insieme.
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